I Test del Piccione: Honda CB 1000 R 2018

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piccione
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Se magari qualcuno sentiva la mancanza dei mie report, ne aggiungo uno alla lista.
La mia provenienza storica (ed il richiamo "della foresta") ogni tanto m'impone di posare le chiappe su qualche nuda sportiva.
Stavolta l'ho fatto su una giapponese nuova nuova, sia di fatto che di diritto (si tratta di un progetto completamente nuovo che si inserisce nel filone delle moto sportive, m con più di un tocco - quasi un "mood" - di classicità): trattasi nella specie dell'Honda CB 1000 R 2018.
Come al solito avevo avuto modo, sia a Milano che a Verona, di vedere e toccare con mano questa bella naked e stavolta, devo ammettere, l'ho fatto con occhio non del tutto disinteressato perché l'idea di mettere in garage una creaturina del genere non mi dispiaceva affatto!
Linee del tutto nuove ed abissalmente diverse rispetto alla "vecchia" CB 1000 che francamente, seppure da guidare fosse stupenda (l'avevo provata anni fa), ormai non si poteva più guardare con quelle linee così Jap e poco personali. La nuova CB invece percorre platealmente il filone sport-classic già aperto da altre case (vedi Yamaha con progetto "Yard-Built" e Triumph in primis), ma lo fa con una moto a sua volta originale perché la scelta non cade sulla "facile" riedizione di un old-classic già visto (per questo genere peraltro hanno già la 1100 EX e la recente "RS") , bensì sullo sviluppo di una moto che di "classico" ha linee morbide e non più spigolose, presenta del metallo in bella mostra invece che le solite plastiche giapponesi, alluminio lucidato e raccordi (abbastanza) curati. Il forcellone monobraccio è molto bello, sospensioni Showa pluriregolabili, freni anteriori da 310 con pinze 4 pistoni ovviamente ad attacco radiale.
Questo chi l'ha vista lo sa già, quindi passiamo ad una disamina più dinamica del mezzo!
Una decina di giorni fa, dopo un bel giro con la GP, mi fermo da "Tottene" (Concessionario Honda tra i migliori d'Italia) e trovo giusta giusta la CB in prova appena arrivata.
Per poco non cado da quanto leggero sento lo sterzo nelle manovre da fermo (la differenza dimensionale ed alla bilancia con la GP è davvero notevole! :o )
Accendo ed il motore borbotta educato, osservo la strumentazione super completa (anche un po' incasinata nell'inserire tutte quelle indicazioni in uno schermo non molto grande).
Prima dentro e.... via!
Direzione Asiago per provarla tra le curve; mi accorgo che è molto leggera e facile da guidare nonostante i suoi ben 145 cavalli di razza! La coppia è stata progettata per rendere il meglio ai medi e la cosa funziona nel senso che non ci si trova mai in condizioni di dover scalare una marcia perché la CB riprende sempre!
Snocciolando le marce il tiro è bello robusto e ci si accorge di viaggiare forte senza "tirare" le marce...
Poi uno si ricorda pure che sotto alle chiappe ha un 4 cilindri e che sul contagiri ci sono altri 4.000 giri da sfruttare e allora? Diamoci dentro!
Beh che dire.... il bello del 4 cilindri! Il motore inizia ad urlare e la moto schizza letteralmente in avanti!
Rispetto alla MT10 che avevo provato anno scorso devo dire che qui l'elettronica ha uno step evolutivo più alto: la potenza è regolare e la moto non spoventa mai, nemmeno quando spalanchi la manetta (qui abbiamo il ride by wire molto a punto e non si avverte alcun effetto on-off, né ritardi nella risposta).
Ho provato mappa standard e sport (trovando la standard ottima su strada e la sport anche troppo cattiva!).
La moto in realtà è più piccola di quanto pensassi nel vederla alle anteprime ed io, che non sono piccolo, ci sto giusto giusto; insomma ha l'abitabilità di una sportiva vera (la zavorrina lasciamola a casa!), le prestazioni di una sportiva vera (dicono in Honda che con i rapporti corti che hanno progettato per la CB e la cavalleria comunque "importante", questa motina da la paga al CBR nelle prima tre marce!!!), ma ha un look cafè racer (quindi retrò) post moderno.
C'è anche una mappatura "user" settabile a piacere per quanto riguarda il controllo di trazione ed il freno motore, ma penso che su strada la standard sia un compromesso perfetto.
I freni sono eccellenti e ben modulabili e l'agilità è ottima: non sembra di avere un mille in mezzo alle gambe da quanto è facile spostarla a destra ed a sinistra. La strumentazione è completa e ben leggibile ma, come dicevo sopra, anche un po' "concentrata" di dati; in alto a dx c'è un led che cambia colore (da bianco a verde ad azzurrino) e non si capisce bene a cosa si riferisce (probabilmente indica il flash di cambiata...).
Una ventina di minuti tra le curve mi fa capire che questa non è una moto "da bar", ma una sportiva vera con un look accattivante ed un manubrio comodo per andare in giro senza stare spalmati sul serbatoio a "ciucciar manubri" come dicono dalle mie parti! :lol:
Esteticamente è bella; andare va e molto forte anche; costa non poco (siamo daI 14 ai 15K), ma di questi tempi il muro dei diecimila si passa agevolmente...
Se cercate emozioni ed appagamento estetico/prestazionale e non avete esigenze di trasporto (in definitiva se ve la potete permettere come seconda moto) può essere la moto giusta per un granpassista sportivo!
Alla prossima!
Via alle foto commemorative dell'evento!
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Marco
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Ottima recensione che mette in luce il vero carattere di una moto, sicuramente non passata inosservata tra queste ultime novità ma che non aveva (ha) avuto lo stesso appeal di altre.
Alla recente prova di Motociclismo molti erano scettici al titolo "la migliore nuda al mondo?" e, se anche non lo fosse, questa prova comunque li smentisce alla grande!

PS: l'allungo del 4L è sempre tanta roba...me lo immagino in questa che ha coppia e cavalli!
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Per questa moto hanno coniato il nome "neo cafè". Io che sono un appassionato delle old cafè racer non so se il termine sia azzeccato, ma di certo è una declinazione piuttosto nuova ed originale nel panorama motociclistico. Le altre case hanno rivisitato il concetto con moto comunque "classicheggianti", ma questa classica non lo è affatto se non per il richiamo al "ferro" anche se in chiave moderna.
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PS: Avete notato la lunghezza del "piolino" sotto la pedana del pilota?
Della serie: "Se sei tranquillo tienila, ma se sei un pistaiolo meglio che la togli!" ;)
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piccione ha scritto: lun mag 14, 2018 9:21 am Per questa moto hanno coniato il nome "neo cafè". Io che sono un appassionato delle old cafè racer non so se il termine sia azzeccato, ma di certo è una declinazione piuttosto nuova ed originale nel panorama motociclistico. Le altre case hanno rivisitato il concetto con moto comunque "classicheggianti", ma questa classica non lo è affatto se non per il richiamo al "ferro" anche se in chiave moderna.
A me sembra la brutta copia della Diavel, in salsa 4 cilindri.....
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emibuc ha scritto: lun mag 14, 2018 4:06 pm
piccione ha scritto: lun mag 14, 2018 9:21 am Per questa moto hanno coniato il nome "neo cafè". Io che sono un appassionato delle old cafè racer non so se il termine sia azzeccato, ma di certo è una declinazione piuttosto nuova ed originale nel panorama motociclistico. Le altre case hanno rivisitato il concetto con moto comunque "classicheggianti", ma questa classica non lo è affatto se non per il richiamo al "ferro" anche se in chiave moderna.
A me sembra la brutta copia della Diavel, in salsa 4 cilindri.....
:lol:
Posso darti ragione sul fatto che hanno "scopiazzato" più di qualche ideuzza dalla Diavel, ma la moto è molto diversa. La Diavel ha tutt'altra concezione e filosofia anche se, concedo, è più bella ed affascinante.
Costa anche seimila Euro in più però (+ o -)....
Marco
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Questa probabilmente piega, a differenza della Diavel :)
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a.re27 ha scritto: lun mag 14, 2018 9:22 pm Questa probabilmente piega, a differenza della Diavel :)
La Diavel piega, eccome !!!! :lol: :lol:
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