STORIA MOTO MORINI

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alexrinal
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GIACOMO AGOSTINI, 15 VOLTE CAMPIONE DEL MONDO, INIZIO' A CORRERE CON LA MOTO MORINI
ECCO COME E COSA FECE

(da Wikipedia - testo dal libro di Giacomo Agostini)

Compiuti i 18 anni, età minima allora prevista in Italia per l'iscrizione alle gare ufficiali, previa autorizzazione paterna, l'insistenza di Giacomo cominciò a farsi pressante. Il padre, forse temendo d'essere troppo severo, si consultò con l'anziano notaio di famiglia, per sentirne il parere in merito al proprio timore che la motocicletta fosse troppo pericolosa o potesse distrarre il figlio dallo studio. L'austero notaio che era notoriamente saggio, ma anche discretamente sordo, intese "bicicletta" al posto di "motocicletta", e sentenziò: «Dai Aurelio, firma. Fagli fare dello sport. Lo sport fa bene, soprattutto ai giovani. Li tiene lontani da altre distrazioni, altri pericoli.»

Fu grazie a questo piccola "commedia degli equivoci" che Giacomo Agostini, nel 1961, riuscì ad avere la moto dei sogni suoi e di buona parte dei suoi coetanei: una Morini 175 Settebello.

Anche l'acquisto della moto, però, non fu privo di ostacoli. In primo luogo per il fatto che il padre gli diede il permesso di acquistarla, ma non il denaro per farlo. Inizialmente Giacomo aveva scelto la MotoBi 175, ordinandola direttamente alla Casa pesarese, in quanto veniva fornita, su richiesta, già dotata di freni, gomme, cambio e carburatore adatti alle competizioni. Ma le settimane e i mesi passavano senza che la moto venisse consegnata e, nel timore di perdere l'inizio della stagione sportiva, Giacomo si recò presso la concessionaria Rovaris di Bergamo, acquistando un "Settebello" da strada, al prezzo di Lire 500.000, da pagarsi in 30 rate mensili.

La scelta della cilindrata era determinata dal fatto che la classe 175 era la maggiore prevista nei Campionati juniores di velocità dell'epoca. Le rate della moto vennero onorate con i premi gara e, soprattutto, con le scommesse vinte nelle sfide motociclistiche sulla costiera del Lago d'Iseo.

Alcuni biografi ipotizzano che se Agostini avesse iniziato prima a gareggiare, per poi debuttare nel Motomondiale a diciassette anni, come Angel Nieto, avrebbe potuto raggiungere risultati ancora maggiori. Altri, all'opposto, sostengono che l'approccio più maturo al mondo delle corse, consentì al pilota di unire il grande talento di guida ad una razionale concretezza tattica, che costituirono il necessario presupposto per gli strabilianti risultati ottenuti.


La prima gara ufficiale a cui partecipò con la fiammante "Settebello", fu la gara in salita "Trento-Bondone" del 18 luglio 1961, nella quale si classificò secondo, alle spalle del celebre "Scoiattolo della montagna", al secolo Attilio Damiani, campione italiano in carica e considerato imbattibile nelle cronoscalate. Seguirono altre gare con buoni piazzamenti e qualche caduta che, fortunatamente, non danneggiò seriamente la moto.

Nell'inverno il "Settebello" venne dotato di freno anteriore Oldani a doppia camma e il motore fu inviato alla casa madre per la necessaria elaborazione. Il primo contatto tra Agostini e la squadra corse della Moto Morini avvenne in una gara della Temporada Romagnola a Cesenatico, il 1º maggio 1962, e non fu dei migliori. Dopo aver ottenuto il miglior tempo nelle prove, la moto di Giacomo venne sabotata nottetempo, nel parco chiuso, da ignoti che tranciarono il congegno dell'acceleratore, rendendo impossibile la partecipazione alla gara. Nel tentativo di trovare un pezzo di ricambio, Giacomo si precipitò nei box della Moto Morini, dove il direttore sportivo Dante Lambertini, privo del ricambio richiesto e dispiaciuto per l'atto antisportivo, a titolo consolatorio propose a Giacomo di effettuare qualche giro di pista con il muletto ufficiale, durante le prove libere del mattino. Dopo un solo giro di riscaldamento, il muletto guidato da Agostini abbassò ulteriormente il tempo di qualifica e, nel giro successivo, segnò il record della pista. Tanto bastò a Lambertini per affidare il muletto al giovane pilota affinché potesse disputare la gara. Inizialmente Agostini dominò la gara, ma dovette ritirarsi per aver piegato la leva del cambio in una caduta, probabilmente determinata dalla voglia di strafare.

Il 27 maggio, alla Bologna-San Luca, Agostini partecipò con la sua "Settebello" di serie e vinse a tempo di record, conquistando il primo posto assoluto. Tra gli spettatori era presente Alfonso Morini al quale non sfuggì il significato di quella vittoria, soprattutto in rapporto alla scarsità di mezzi con cui era stata realizzata. Il commendatore si presentò la sera stessa nella pensione dov'era alloggiato Giacomo, offrendogli una moto ufficiale e un ingaggio per la Squadra Corse. Totalmente inattesa, la proposta superava ogni più rosea speranza di Agostini e ricevette subito l'entusiastico assenso del pilota, ma doveva anche essere approvata formalmente dal padre, stante la sua minore età.


Superato il problema di far firmare il contratto d'ingaggio al sempre più preoccupato genitore, la carriera sportiva di Giacomo Agostini iniziò ad assumere caratteristiche professionali. Ora disponeva di una "Settebello Aste Corte" preparata per lui dal reparto corse Moto Morini e di un meccanico per l'assistenza in pista. L'unico dubbio che gli restava era il tipo di specialità a cui iscriversi. Nelle corse sui tracciati montani, dove conta molto più l'abilità del pilota che la potenza del motore, aveva sempre ottenuto ottimi risultati, ma con la moto ufficiale avrebbe potuto ben figurare anche nelle gare in circuito. Non sapendosi risolvere, decise di partecipare sia al Campionato Italiano della Montagna che al Campionato Italiano di Velocità Juniores, conquistandoli entrambi ed aggiudicandosi tutte le gare della stagione 1963.

Un tale sfoggio di talento e agonismo, congiuntamente al burrascoso abbandono di Tarquinio Provini per passare alla Benelli, convinse la Morini a promuovere "Ago" come prima guida del reparto corse, schierandolo nel campionato Seniores e nelle "partecipazioni dimostrative" al Motomondiale, in sella alla 250 Bialbero. Anche il campionato italiano 250 si aggiunse al suo palmarès ed inoltre svolse egregiamente le sue prime esperienze nel campionato mondiale: dopo aver esordito al GP delle Nazioni 1963, ritirandosi per problemi meccanici, fece il suo esordio all'estero sul circuito di Solitude (Stoccarda), il 19 luglio 1964, nel GP di Germania Ovest e, successivamente, partecipando al GP delle Nazioni sul circuito di Monza, conquistando il 4º posto in entrambe le gare.

Il ristretto budget destinato dalla Moto Morini al reparto corse, che già era stato causa della mancata vittoria di Provini nella classe 250 per la stagione 1963, non poteva consentire la competitiva partecipazione al campionato mondiale del pilota bergamasco, sul quale molti team avevano ormai messo gli occhi.
Alessandro
Pauci sed semper immites
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